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L’orso delle caverne

Ursus Speleus

Questa specie di orso differiva da quelle attuali per le maggiori dimensioni, che potevano superare quelle dell’odierno orso kodiak (Ursus arctos middendorffi). Il Cranio, inoltre, era molto più corto e alto di quello dell’attuale orso bruno. La dentatura di questo grande animale sembrerebbe richiamare una dieta tendente a un regime maggiormente carnivoro rispetto quello degli orsi attuali. La corporatura dell’orso delle caverne era davvero massiccia; le zampe erano dotate di lunghi e forti artigli, strumenti che potevano diventare temibili se usati contro gli uomini preistorici. Questi orsi, infatti, entravano spesso in competizione con i nostri antenati per il possesso delle grotte. L’orso delle caverne si estinse circa 10000 anni fa, al termine dell’ultima glaciazione del Pleistocene, senza lasciare discendenti. Un numero eccezionale di resti di questo animale, più o meno completi, si rinviene in molte grotte dell’Europa centrale. Grandi quantità di ossa sono note in Austria, Francia, Germania, Italia e anche Regno Unito. In Italia, le località più famose in cui si rinvengono i resti di questo orso sono il Buco del Piombo in Lombardia, le Grotte di Toirano in Liguria e le grotte carsiche del Monte Fenera in Piemonte. Evidentemente questi orsi andavano in letargo nelle profondità delle grotte, e in alcuni casi non si risvegliavano più. Le ossa di questi animali, naturalmente, sono state rinvenute fin dall’antichità e venivano ritenute appartenere a esseri leggendari come draghi o grifoni. Ancora nel XVII secolo venivano rinvenuti crani di “mostri” deformi, dall’aspetto vagamente umano, che si diceva infestassero ancora le profondità delle foreste e delle montagne dell’Europa centrale. Questi teschi misteriosi altro non erano che i crani degli orsi delle caverne, che di lì a pochi anni sarebbero stati rivelati al mondo scientifico.

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